Dopo una settimana dalla vittoriosa finale di Pozzuolo Martesana contro il Badalasco, scambiamo 2 chiacchiere con il condottiere di questa magnifica squadra che tante gioie ha portato al popolo rossoblù.
Ciao Alessandro, torniamo a fare due chiacchiere dopo 8 mesi... Direi che carne al fuoco ce n'è molta... Iniziamo subito dalla fine, dalla grande vittoria in Coppa: raccontaci le emozioni provate in prima persona durante quei 120' e più.
"In quei 120’ sono racchiuse tutte le emozioni che si vivono nello sport: dalla gioia per essere passati in vantaggio, alla paura e frustrazione di vedere sfumato l’obiettivo sognato a lungo, all’estasi ed euforia del gol al 95’, ma soprattutto per aver conquistato un trofeo e un traguardo storico."
Quale è stata l'arma in più che vi ha permesso di portare a casa questo prestigioso trofeo?
"Banale dirlo, ma è realmente così…lo spirito di squadra e gruppo che abbiamo creato soprattutto da dicembre in avanti."
La tua carriera da allenatore, dopo una brillante da calciatore, è iniziata da pochi anni e hai già portato a casa un prestigioso trofeo... Come ti fa sentire?
"Nello sport vincere non è mai facile, ma in fondo è l’obiettivo di ogni sportivo.
Quando ci si riesce, come in questo caso, è qualcosa di stupendo. Vincere poi aumenta l’autostima e, per quanto mi riguarda, visto che sono una persona ambiziosa, mi porta a lavorare ancora più duramente per vivere momenti simili."
Veniamo al campionato. Come giudichi il cammino della tua squadra?
"Un cammino dai 2 volti: nella prima parte di stagione, anche complici diversi infortuni, abbiamo fatto fatica a dare continuità alle nostre prestazioni. Eravamo, a mio avviso, belli ma poco concreti. Nella seconda parte di campionato, anche grazie alle scelte fatte dalla società in fase di mercato, abbiamo cambiato atteggiamento tattico; magari meno belli ma molto più efficaci."
54 punti non sono bastati per agguantare i playoff, cos'è mancato?
"In tutti gli altri gironi 54 punti ci avrebbero permesso di accedere facilmente alla post season. Bisogna però riconoscere i meriti di 2 grandi squadre come Morazzone e Olimpia che hanno fatto un cammino incredibile."
Secondo te, quale è stato il punto di forza della tua squadra e quale il suo punto debole?
"Il punto di forza, come ho già detto prima, lo spirito di squadra che si è creato nel girone di ritorno;
Il punto debole è a livello mentale. Troppe squalifiche ed espulsioni evitabili che nel momento più importante della stagione non mi hanno permesso di fare le giuste rotazioni."
La classifica finale ha rispecchiato, secondo te, le forze in campo?
"Il campionato è una competizione lunga ed è raro che non rispecchi i veri valori. Il Morazzone ha meritato di vincere. Noi, avremmo forse potuto fare meglio nella prima parte di stagione e come ho detto prima, è mancata la continuità."
Da vari rumors di spogliatoio trapela una tua quasi maniacalità nella preparazione tattica di una partita... è vero?
"Tutto vero ahah.
La tattica è un aspetto fondamentale nel calcio.
In campo voglio sempre vedere una squadra organizzata in entrambe le fasi. Tengo però a specificare che cerco di non snaturare mai i giocatori, soprattutto quelli con maggior talento, lasciandoli, nei limiti del possibile, la libertà di esprimersi."
È in corso la votazione per il pallone d'oro di categoria organizzato da Varesesport... Dacci 3 nomi di giocatori che avete affrontato e che ti hanno colpito maggiormente.
"3 su tutti… Schulz, Piazza e Vezzoli."
Ovviamente non posso esimermi da farti la domanda che tutti i tifosi aspettano... Il tuo futuro sarà ancora in rossoblù?
"Per ora mi sto godendo ancora la vittoria della Coppa. Prossimamente incontrerò la società per parlare di futuro e…se son fiori…fioriranno."